Il limitare è confine delimitato, non limitante, non congestionato. Il limitare è un seguito indistinto di seguitanti fili, fiumi, frane. Il limitare è un non limite che delimita lo sguardo nel fluviale fluire degli eventi. Il limitare è una tendenza infinita, in sé compiuta. Otto orizzontale.
Freccia, filo, ferro, frana.
Il limitare è il franare oltre il delimitato, nell’avanzata immaginifica di uno sguardo non spento, attivo. Non attivo, vivo. Non vivo, serpentino, cangiante, evolvente, maturante, trasfigurato e trasfigurante.
Lo sguardo è constatazione del limite. No. La vista è mera constatazione, lo sguardo è percezione delle possibilità oltre il limite. Oltre la stasi, l’inerzia, la radicata umidità. Oltre il radicale contenuto d’un vuoto substrato. Ebbro di sali e radici, e spore. E funghi. Umido, come solo l’umida essenza genera neri. Violento, come solo la frustrata nebbia sa essere.
Nera.
Come nero è il sapore del buio e del vuoto. Vuota, nella speranza cosmogenetica. Oltre. E ancora oltre. La creazione e il creato.
Oltre.
L’imposizione limitante d’un delimitato limitare.
Goylì Goylà