TICKET TO RIDE

(Migranti al confine ungherese, fonte foto: sputniknews)
(Migranti al confine ungherese, fonte foto: sputniknews)

Un biglietto per volare. Non esistono voli. Un biglietto per volare alto. I motori bruciano. Non importa. Un biglietto per volare, volare alto, è un gioco da tavolo[1]. Si costruiscono vagoni, si collegano città. Un biglietto per volare, volare alto, è un biglietto per autostrade celesti. O infernali. Ma è pur sempre un biglietto, una scelta. Possibilità recalcitrante. No. Cromatico salto verso l’oltre. Chi acquista ha la consapevolezza del dovere. Di dover provare, ad avere una possibilità. Le opportunità sono caduchi fiori che, come vagoni in lontane, periferiche strade, procedono, sfilano solitari. I vagoni, i fiori.

(Ticket to Ride, table-game)
(Ticket to Ride, table-game)

E quegli stessi petali, un dì freschi e invitanti, mutano in sagome, e queste, trasparenti, dal vento scosse, fuggono come velina tra le dita. Di una danzatrice in bianco. Agitante il carminio fazzoletto, dolcemente pizzicato. Una danza di conquista, di terreno. Ariosa. Appropriazione debita di un luogo, che sia proprio, che sia sicuro. Come etichettare non legittimo un simile bisogno. È congenito al bipede. Ogni esistente lo avverte. Il sentore libero. Sicuro. Dovrebbe esser garantito, in qualità di diritto, il sentore libero. O meglio, l’aspirazione di ciascuno a dotarsi di una propria sicurezza, che possa, al contempo, essere certezza globalmente accreditata. Per ciascuno. Avere un posto, un posto che sia sicuro, ove ottemperare, realizzare i bisogni primari.

(Danzatrice di pizzica, particolare)
(Danzatrice di pizzica, particolare)

Respirare in sicurezza, polmoni aperti e ali spiegate. Le felci continueranno a ergere i propri busti verso l’aspirazione celeste, le nubi si accalcheranno, ancora, e quel che resta del creato muterà sembiante pur restando fedele a se stesso. Come certi cicli per loro naturalità tendono a ripetersi, così ogni essere punterà l’auspicio, osservando stormi metallici, branchi su rotaie. I ventri vuoti, colmi di speranze. Chiederanno aiuto, per poi costruire da sé, per ciascuno, una strada. Un’autostrada con speciale accesso, accesso che sarà un biglietto. Un biglietto di sola andata verso i campi di fragole[2], quei campi dove le spalle non respirano flesse e gli occhi abbandonano la loro cecità, dove il nulla non è reale e quel non reale nulla è il niente da non attendere. Perché niente si attende ove è possibile creare.

(Stazione ferroviaria di confine, fonte foto: Reuters)
(Ferrovia di confine, fonte foto: Reuters)

Goylì Goylà


[1] Ticket to ride, gioco in stile tedesco, vincitore del premio premio Spiel des Jahres nel 2004;

[2] Citazione, Strawberry fields, Beatles.

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